domenica 23 novembre 2008

Giorgio Petrosyan..Un Mito

HL- Samkor Muay Thai

Le Banner - The Best Of

sabato 8 novembre 2008

Kick Boxing



Attorno al termine Kick Boxing c'è purtroppo molta confusione, infatti, alcuni danno a questa parola un'accezione generica nella quale sono compresi tutti gli Sport "calci-pugni", dalla Muay-Thay al Full-Contact, alla Savate, al Free-Fight ecc. In realtà la Kickboxing o Japanise Kickboxing rappresenta una disciplina ben precisa con un suo stile e una sua storia ben definita.

È opinione di molti che la Kickboxing sia nata negli Usa. In realtà, quando i promoters americani, che già conoscevano il Full-Contact, decisero di lanciarsi nell'organizzazione di galà anche nei Paesi del Sol Levante, si accorsero che uno stile come il Full-Contact, che non ammette i calci in linea bassa, non poteva prendere piede in quanto sia in Giappone, sia in Thailandia esistevano discipline più complete che ammettevano i micidiali "low-kicks" ed anche ginocchiate e gomitate. Nel 1976 Benny "The Jet" Urquidez, già campione di Full-Contact, nonché primo americano a confrontarsi con le regole giapponesi, e un ricco tour operator americano, Howard Hanson, s'incontrano e dal disaccordo con la P.K.A. (Professional Karate Association) decidono di fondare un'altra organizzazione denominata W.K.A. (World Karate Assiociation divenuta poi World Kickboxing Association). La W.K.A. nasceva da una considerazione molto importante: nessuna federazione poteva definirsi realmente mondiale senza la presenza dei paesi asiatici, i quali mal digerivano di non poter combattere con i calci in linea bassa. I meriti degli americani, quindi di Urquidez e Hanson, furono dunque di aver capito la necessita di aggregare la realtà americana, che stava scoprendo il Karate Full-Contact, e quella asiatica già abituata ai combattimenti sul ring, per creare la prima organizzazione mondiale di promozione della Kickboxing originale, quella "made in Japan"!
Le origini della Japanise Kickboxing risalgono agli anni Sessanta, quando dopo aver subito clamorose sconfitte sui ring di Bangkok della Muay-Thai, i Giapponesi decidevano di lanciare una nuova disciplina che permettesse loro di colmare il gap tecnico con i Thailandesi. Il nuovo metodo di combattimento prevedeva che gli atleti vestiti come thaiboxers, si affrontassero usando pugni, calci e ginocchiate, senza però andare in clinch. Praticamente i Giapponesi avevano tolto le peculiarità della Thai-Boxe, clinch e gomitate, per adattare il nuovo sport alle loro esigenze. Tale disciplina venne chiamata Kickboxing (da molti chiamata ancora oggi "Low-Kick", per il fatto che sono ammessi i calci in linea bassa).
All'inizio non fu vita facile per questo nuovo stile di combattimento, perché i Thailandesi non erano intenzionati ad abbandonare il loro sport nazionale per cimentarsi in questa nuova disciplina. Gli Americani erano ancora agli inizi nel Karate e nel Taekwondo. La ricerca fu così indirizzata al vecchio continente, in particolare Francia e Olanda, che pullulava di Karateka, Judoka e Savateurs che accolsero di buon grado la sfida.
Per quanto riguarda la diffusione in Europa di questa disciplina bisogna riconoscerne il merito ai Maestri Olandesi Jan Plaas e Thom Harinck fondatori rispettivamente della prima Mejiro Gym europea (quella originale, infatti, apparteneva al Maestro Kurosaki "padre" di molti campioni Giapponesi e "guida" di molti occidentali che si recavano da lui per apprendere i segreti del suo stile, e proprio in suo onore fu aperta la sede olandese, successivamente a questa, fu aperta anche una sede a Milano) e del Chakuriki Dojo, entrambe con sede ad Amsterdam. [Notizie prese dal sito ww.megathai.it]

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Oggi giorno sono previste quattro specialità derivate dalla Kick Boxing: Light contact che prevede uno scambio di colpi ad impatto controllato con l'obiettivo di toccare il più possibile l'avversario facendo punti. Semi contact che prevede lo scambio veloce di colpi dove vince chi colpisce per primo l'avversario, i combattimenti sono molto simili alle gare di karate. Full contact "pieno impatto" i colpi sono portati a fondo e lo scopo principale è il KO. Sono obbligatorie le protezioni per testa, e gambe per il light, semi e full dilettantistico. Low Kick combattimento a pieno impatto che prevede anche i calci bassi al disotto del bacino.

SANDA (BOXE CINESE)


Origini del Sanda
Dall’antico LeiTai a Nankino.

Il Sanda è il combattimento sportivo a contatto pieno originato dal Wushu moderno. Combattimenti di Sanda si possono vedere ormai durante qualsiasi gara o manifestazione relativa al Wushu e sta conoscendo la via del professionismo in qualche nazione, negli USA in particolare. Pur apparendoci come una disciplina nuova, le sue origini si perdono nelle scuole di Wushu cinesi, esistenti dalla notte dei tempi delle arti marziali. In principio c’era il LeiTai, termine con il quale siamo soliti indicare la piattaforma rialzata dove si svolgono i combattimenti: due contendenti si confrontavano applicando le tecniche più efficaci apprese durante la pratica, con l’obiettivo di mettere KO l’avversario. Tutte le più efficaci tecniche di lotta e di presa venivano applicate insieme alle oggi più note tecniche di calcio e di pugno. I contendenti potevano combattere a mani nude o con armi praticamente senza regole prefissate. Insomma un combattimento completo dove ogni scuola poteva esprimersi secondo il proprio stile. Purtroppo quel genere di combattimento, in cui i contendenti miravano a dimostrare la loro superiorità mettendo KO l’avversario, spesso si concludevano in maniera cruenta, con infortuni gravi che compromettevano l’attività dei combattenti e a volte la morte, per via delle devastanti tecniche eseguite. Pare che durante i campionati nazionali cinesi di Wushu del 1928 a Nankino (Cina orientale) si svolsero sul LeiTai dei combattimenti di una tale brutalità che ai 12 finalisti fu proibito di combattere per non rischiare di perdere la vita (fonte www.sanshou.com). Tutto questo era insostenibile.

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Il Sanda moderno
La riforma, panoramica sulle tecniche, le protezioni.

Quando negli anni 60 il Wushu si stava trasformando in uno “sport” moderno per mano del governo cinese, venne dato il mandato ai più grandi maestri di tutta la Cina di riorganizzare l’enorme patrimonio tecnico del Wushu. Questo per creare uno stile di combattimento con regole precise secondo le quali combattenti provenienti da scuole diverse potessero confrontarsi. Al fine di limitare gli infortuni venne inoltre deciso di adottare delle opportune protezioni, tutt’ora utilizzate. Nasceva quella disciplina che tutti in Italia conosciamo sotto il nome di Sanda, mentre all’estero, in particolare negli USA, prende il nome di Sanshou oppure Chinese Kickboxing. Mentre Chinese Kickboxing e’ accettabile, anche se lo ritengo semanticamente riduttivo, e’ preferibile non usare Sanshou perché, come si e’ già detto, con questo termine si indica tutto ciò che è combattimento libero nel Wushu.

Anche un occhio non abituato a vedere sport da combattimento, e che potrebbe reputare uguali le discipline in cui si portano colpi di mano e di piede, riesce a riconoscere immediatamente che la tecnica principe del Sanda sono le proiezioni. Il Sanda infatti ha mutuato queste tecniche dalla lotta cinese, o Shuai Jiao. Altre discipline simili, come ad esempio la Thai Boxe, fanno un certo uso delle proiezioni però ricoprono un ruolo di secondo piano. Se le proiezioni eseguite non influenzano il punteggio finale difficilmente saranno applicate dai contendenti. La Thai Boxe in particolare è stata fortemente influenzata dal mondo delle scommesse che la circonda: solitamente infatti viene pagato un premio differente a seconda della tecnica utilizzata nel momento in cui viene messo KO un combattente ed in genere si paga di più per un calcio circolare alto, o Tae Kaen Ko, portato con la tibia sulla testa dell’avversario. E’ logico allora che chi affronta un incontro di Thai Boxe punterà a mettere KO l’avversario con un calcio circolare alto, facendone di conseguenza un uso sistematico. Oltretutto nella Thai Boxe e’ permesso bloccare l’avversario e colpirlo, essendo il clinch considerato in tutto e per tutto una distanza di combattimento. Nel Sanda invece vige una regola che una tecnica di proiezione deve essere eseguita entro un lasso di tempo non superiore ai 2 secondi, tempo oltre il quale l’arbitro interromperà l’azione e farà riprendere l’incontro al centro del LeiTai. Questo per non penalizzare il realismo dell’incontro e per renderne il ritmo più fluido. [Testo www. meihua.it]


giovedì 6 novembre 2008

THAI BOXING

MUAY THAI

L'arte dei re.........Muay Thai l'arte del combattimento alla thailandese.
Un pò di storia.

MUAY THAI:questa parola, nonostante a molti risulti ancora sconosciuta e richiami solo ad una ristretta "elitè" l'esercizio di un'arte orientale; sta facendosi sempre più strada nel panorama delle discipline sportive marziali.Incuriosendo sia chi da sempre è vigile e attento alle novità del "picchiaduro", sia chi ha spesso guardato con indifferenza alle pratiche dell'arte marziale.
MUAY THAI significa più o meno "lotta thailandese", e sebbene si sia diffuso in occidente da un tempo relativamente breve è una delle più antiche arti marziali orientali. Nasce più di duemila anni fà, anche se notizie esatte della sua prima apparizione non c'è ne sono poichè durante un invasione di birmani nell'indocina vennero bruciati numerosi documenti relativi a questa pratica.
La storia storia della Boxe Thailandese è strettamente legata alle vicissitudini della popolazione thailandese chiamata nell'antichità dai cinesi la tribù degli ao-lai, un popolo che per affermare e difendere la propria libertà ha dovuto sviluppare la meglio le proprie tecniche di combattimento.
La MUAY THAI è questo: la sublimazione del'arte di difesa d'una popolazione che dal nord del'india, passando per il Tibet fino all'odierna Thailandia si è sempre scontrata con chi tentava di sottrarle il diritto ad asistere. In tanti, dai cinesi ai birmani, hanno cercato nell'arco della storia di conquistare le verdi vallate e le grandi pianure del Siam.
Il nome più antico della disciplina è "MAI SI SOK"del'era Sukhothai, divenuto poi "PAHUYUTH" nell'era Ayudahya, divenne poi "MUAY TAI" nell'era Rattanakosin,la dizione attuale del nome di questa disciplina si fà risalire all'epoca in cui il Siam fu chiamato Thailandia.La Thai Boxing è detta "l'arte dei re"perchè la storia thailandese ha visto spesso i regnanti praticarla e divulgarla,ma la peculiartà di questa antichissima arte risiede nella sua trasversalità sociale dal momento che a praticarla sono sia i sovrani che gli uomini del popolo.
Nè il ceto sociale,nè la casta,nè la condizione economica hanno mai costituito discriminanti.La Muay Thai ha sempre accomunato tutti ricchi e poveri, finendo col diventare il vero elemento aggregante e caratterizzante della poplazione Thailandese.Il più famoso dei re combattenti fù PHRA BUDDHA CHAO SUA, detto RE TIGRE, per la sua feroce tecnica di combattimento.La leggenda dice che egli fosse solitoviagiare in incognito sfidando i campioni locali ed uscendone smpre vincitore. (
relatore Aldo Chiari)


domenica 2 novembre 2008

Storia SAVATE (Boxe Francese)


Il nome SAVATE fu coniato dal parigino Michel Casseux per meglio descrivere quello che da lì a poco sarebbe divenuto uno sport conosciuto e praticato anche dalla nobiltà della capitale francese. La SAVATE, che in francese vuol dire "ciabatta", era il modo di combattere e di difendersi dei malandrini che popolavano i rioni più squallidi di Parigi. Casseux (Parigi 1794-1869), ne studiò i movimenti, ne semplificò le parti più complesse nelle tecniche d'esecuzione e, così facendo, gettò le basi per una sua diffusione, alla quale egli stesso contribuì grazie alla propria palestra. Tutto questo suo prodigarsi lo fece diventare famoso, nonostante ciò, egli morì completamente solo nella miseria più nera. Un allievo di Michel Casseux continuò l'opera del suo maestro e nel 1830 prese parte al primo di numerosi incontri interdisciplinari che costellarono la vita di questo sport da combattimento. L'allievo si chiamava Charles Lecour (1808-1894). Egli perse il confronto con un campione di pugilato inglese ma fu proprio questo che fece scoccare la scintilla per l'evoluzione tecnica della SAVATE, che fino a quel momento si basava quasi esclusivamente sui colpi di piede. Infatti, gli istruttori dell'epoca sentirono il bisogno di apprendere e perfezionare la "noble art" (così chiamavano la Boxe Inglese) dai cugini d'oltre manica. Prese vita, in questo modo, la Boxe Francese SAVATE come sintesi della Boxe Inglese. Contemporaneamente alle imprese di Charles Lecour anche il fratello Hubert si prodigò alla diffusione di questo sport. Insieme riuscirono a dare alla borghesia quelle nozioni basilari, e nello stesso tempo fondamentali, in modo che questi, potendo contare sui loro mezzi, potevano transitare anche nei ghetti più malfamati. Le palestre che sorsero riscorsero un enorme successo. I letterati stessi dell'epoca rimasero influenzati dalla veloce diffusione di questa disciplina tanto che Jules Valles, noto scrittore francese che visse intorno all'anno 1850, scrisse in un racconto che il personaggio principale era dedito a prendere lezioni da un maestro di SAVATE. Anche Alexandre Dumas (padre) e Theophile Gautier si vantarono nei loro scritti di essere buoni conoscitori delle tecniche della Boxe Francese. I tempi erano ormai maturi e gli anni che seguirono furono i più intensi e ricchi di gesta che la SAVATE ricordi. Molti atleti divennero famosi combattendo con la SAVATE ma uno in particolare si distinse per la sua mole e per la sua forza. Costui si chiamava Luis Vigneron, un colosso di ben 100 kg. Per un'altezza ragguardevole di 198 cm. Luis era nato a Parigi 11 aprile 1827 e lavorava come tornitore meccanico in un'officina. Egli aveva imparato la Boxe Francese nel 1848 prendendo lezioni nel retrobottega di un mercante di vini, di nome Guerineau. Era abbastanza solito all'epoca ritrovarsi nei retrobottega dei negozi per praticare la SAVATE, ed erano gli stessi padroni che alimentavano questa usanza per sfruttare la situazione a scopo pubblicitario. Il giovane Vigneron si mise in luce per la sua forza e per la sua violenza quando un giorno durante un ritrovo con alcuni amici, perché questi ultimi, in un giorno particolarmente euforico, continuavano a prenderlo in giro, lui perse la pazienza e scaraventò fuori dalla finestra il suo amico Charles Neveu. Precipitando sul selciato dall'altezza di ben due piani il poveretto morì. Vigneron dovette passare un breve periodo in prigione per omicidio colposo. In ogni modo oltre che per la sua poderosa potenza egli fu ricordato anche per la sua leggerezza nello spostarsi sul ring e per l'incredibile rapidità. Più volte dimostrò l'efficacia della Boxe Francese affrontando e sconfiggendo uomini armati di coltello e boxeur venuti d'oltremanica. Famosi rimasero due incontri. Il primo contro un lottatore Arpin detto "il terribile savoiardo" e il secondo, nel 1854, contro Dickson celebre boxeur inglese. Vigneron si stava, con il tempo, trasformando in un'attrazione da baraccone e fu proprio questo che gli stroncò la vita. Durante una delle sue innumerevoli esibizioni, cercando di sollevare un cannone di ben 305 kg, perse l'equilibrio e ne rimase schiacciato morendo sul colpo. Fu sepolto nel cimitero di Piere Lachaise il 5 agosto 1871. Nel frattempo con la nascita di Joseph-Pierre Charlemont, nel 1839 a Parigi, la SAVATE stava per conoscere uno degli atleti che la resero famosa anche al di fuori della Francia. Joseph cominciò a praticare la SAVATE fin da giovane e all'età di 22 anni era già maestro d'armi del 99° reggimento di fanteria. Eccelleva nell'uso della spada, nell'uso della Canne (bastone da passeggio usato come arma) e del Baton (bastone). Il successo e l'efficacia della Boxe Francese fu presto riconosciuto ed entrò di diritto nelle discipline d'insegnamento dei Maestri d'armi. Famose divennero le dimostrazioni pubbliche eseguite insieme al suo Maestro e amico Luis Vigneron; la sua storia, come combattente e insegnante, fu interrotta dal periodo storico della Comune di Parigi. Charlemont fu un simpatizzante di questo movimento rivoluzionario e ciò lo obbligò a ripararsi in Belgio durante la repressione di Versailles. In Belgio continuò a praticare la Boxe Francese trovando, inaspettatamente, un terreno fertile dove poté sviluppare e diffondere questo sport da combattimento. Proprio durante questo periodo, Charlemont pubblicò il primo scritto tecnico relativo alla Boxe Francese, creando il "Metodo Charlemont". Ritornò in Francia nel 1879 e nello stesso anno fondò la palestra "ACCADEMIE DE BOXE" o "ACCADEMIE CHARLEMONT" che per numerosi anni a venire fu considerata il tempio della Boxe Francese. Essa era situata a Parigi al nr. 24 di Rue des Martys. Nel 1883 il figlio Charles subentrò alla figura paterna sia nella conduzione della palestra sia nell'opera divulgativa della SAVATE. Charles fu un bambino precoce nella pratica di questo sport da combattimento, tanto che la sua prima dimostrazione pubblica la fece all'età di soli 6 anni. Egli acquisì una notorietà che superò ben presto quella del padre e lo portò come invitato anche all'estero per tenere stage e dimostrazioni di questo modo innovativo di combattere. Fu proprio durante un suo viaggio in Inghilterra che, l'allora campione, Jerry Driscoll gli lanciò la sfida per un combattimento interdisciplinare che aveva come scopo il dimostrare come la Boxe Inglese continuasse ad essere lo sport da combattimento più efficace. Il match fu denominato "le combat du siecle". Driscoll intraprese un allenamento molto intenso per apprendere le schivate, le parate sui colpi di piede. La data fu fissata per il 28 ottobre 1899 a Parigi, il regolamento prevedeva la fine del match unicamente per fuori combattimento di uno dei due contendenti, con round di 3 minuti di combattimento e uno di riposo. Entrambi i contendenti dovevano combattere a torso nudo con Driscoll in pantaloncini da boxe e Charlemont in pantacollant. Driscoll, al momento del match aveva 32 anni mentre Charlemont era 5 anni più vecchio, entrambi pesavano 82 Kg. Il combattimento si dovette tenere in una palestra a causa della mancata autorizzazione della polizia a far svolgere la manifestazione in pubblico. Il match terminò all'ottavo round quando Charlemont, approfittando di un momento di distrazione, colpì Driscoll con un colpo di piede all'addome. Questi non riuscì più a continuare e Charlemont fu dichiarato vincitore. Nonostante questa vittoria, la SAVATE entrò in una fase di declino. Visto il successo ottenuto anche la nobiltà cominciò a praticarla modificandone la natura, la quale si tramutò in una pseudo-danza. Nel frattempo la Boxe Inglese si diffuse rapidamente grazie al giro d'affari che riusciva a procurare sia ai praticanti, ai manager e per le scommesse. Nel 1903 la "Federazione Francese delle Società di Boxe Inglese" (Federation Francaise des societes de Boxe) si prefissò un obiettivo: quello di unire sotto un'unica bandiera le due boxe contendenti al fine di promuoverne la pratica, ma Charles Charlemont rifiutò tale invito relegando la Boxe Francese a sport da combattimento minoritario. La SAVATE fu presentata come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Parigi nel 1924, ma questo fu uno dei pochi lampi di luce di una fiamma che cominciava a spegnersi. La Boxe Francese non scomparve mai definitivamente, grazie all'amore e alla passione di pochi praticanti. E fu proprio grazie a questi che si poté giungere al 1937 al primo campionato di Francia. La Seconda Guerra Mondiale fermò forzatamente tutto per l'ennesima volta. Subito dopo la fine della guerra, il conte Pierre Barozzi (detto Baruzy), di origini veneziane, accettò di diventare presidente della commissione di Boxe Francese (carica che conserva tuttora come titolo onorifico, all'età di oltre ottant'anni) e fu il primo passo verso una veloce ripresa. Il 5 gennaio 1965, nacque, grazie all'interessamento di due nuove figure, Bernard Plaisait e Marc Kunstlè, il Comitato Nazionale di Boxe Francese (CNBF) il quale annoverava tra le sue file nomi illustri del recente passato come Georges Carpentier (presidente ad onore, campione di Boxe nei primi anni del 1900 ma che aveva praticato SAVATE nella sua giovinezza) e del tempo come lo stesso Baruzy (presidente fondatore). Il 12 dicembre dello stesso anno la C.N.B.F. viene incorporata nella Federazione Francese di Judo e Discipline Associate (FFJDA). Questa unione che continuerà fino al 1973 diede la possibilità di ricostruire una struttura amministrativa valida prendendo come termine di paragone quella di una federazione ormai sulla cresta dell'onda da parecchi anni. In questo stesso periodo vengono definitivamente codificate le tecniche ammesse e quelle vietate durante tutti i livelli di combattimento e furono codificate le "regole di arbitraggio". Ormai la SAVATE Boxe Francese aveva imboccato la retta via che la portò nel 1970 all'organizzazione della prima edizione della Coppa Europea di SAVATE. Nel 1973 uno scontro di ideologie tra tendenza educativa e formativa dello sport ed efficacia dello stesso portarono alla scissione del CNBF dalla FFJDA. Si formò così una federazione autonoma. Questa uscita provocò numerose fazioni in seno alla stessa, tanto che un gruppo minoritario di atleti si staccò per formare la Federazione Nazionale di Boxe Francese (FNBF). La FNBF in poco tempo riuscì ad acquisire così tante adesioni che già al secondo anno della sua esistenza aveva superato la federazione principale, la FNSBF, iscrivendo, nel 1975 ben 4000 agonisti, quattro volte più dell'antagonista! Nel 1976 avvenne un cambio di immagine. La FNBF cambiò nome divenendo Federazione Francese di Boxe Francese SAVATE e Discipline Simili. Il presidente a quell'epoca era Marc Kunstlè che portò nel 1978 alla riunificazione di tutte le federazioni minoritarie in seno alla FFBFSDA. Numerosi Presidenti si successero da quel giorno e la possibilità di lavorare in tranquillità, permise di portare la SAVATE Boxe-Francese ad allori impensabili all'epoca dei suoi fondatori. (Fonte delle notizie: www.megathai.it)

sabato 1 novembre 2008

KRAV MAGA le origini

Il Krav Maga è nato in Israele negli anni '40 ad opera di Imi Lichtenfeld (nella foto) , non certo per motivi sportivi ma per esigenze militari di sopravvivenza. L'esperienza di Lichtenfeld influenzò pesantemente lo stile e la filosofia del Krav Maga. L'inventore di questo combattimento era considerato grande ginnasta, pugile e campione di lotta libera, alla base teorica aggiunse una grande esperienza di lotta di strada, maturata in una gioventù in parte passata a lottare per la vita nei vicoli della Bratislava occupata dai Tedeschi. Fino a vent'anni fa era un esclusivo sistema insegnato esclusivamente ai reparti d'elite dell'Israeli Defense Force . In seguito, venne adattato per le esigenze civili ed insegnato negli ultimi dieci anni in molti stati del mondo, mantenendo sempre intatti i principi fondamentali per cui è nato. Nelle tecniche del Krav Maga non vi è nulla di superfluo o estetico, ma solo estrema efficacia, per garantire la possibilità di difendersi mettendo fuori combattimento l'aversario, con l'utilizzo: di prese articolari , strattonamenti, calci, pugni, ginocchiate, testate, gomitate etc...
il Krav Maga è un miscuglio di tecniche quali: Judo, Ju-Jitsu, Kung-fu, karate, Muay Thai, Boxe.
Il Krav Maga è riconosciuta come la più efficace lotta da strada vista la sua efficacia riscontrata da vari esperti, nelle situazioni più critiche anche quando l'aggressore è armato.


Video dimostrativo


LINK UTILI

Difesa personale

IKMI

KRAV MAGA MILITARY



Brock Lesnar MMA Debutto


Alessio Sakara Legionarius Usque Ad Finem